Nei dintorni
Il Salento è una terra meravigliosa che sa regalare una vacanza all’insegna del relax e del divertimento, offrendo anche itinerari culturali ed artistici indimenticabili. Qui vi indichiamo i luoghi più comodamente raggiungibili da Petre e Sule. Quando sarete qui non esitate a richiederci qualunque informazione. Sarà un piacere consigliarvi, fornirvi tutte le informazioni di cui avete bisogno ed indirizzarvi alle iniziative più interessanti e divertenti.
Sole e Mare…
Qui elenchiamo le più belle spiagge comodamente raggiungibili da Petre e Sule:
La sabbia
Santa Maria al Bagno: raggiungibile a piedi in 20 minuti, è una piccola insenatura di sabbia bianca circondata dal borgo marinaro di Santa Maria al Bagno. Troverete spiaggia libera ed attrezzata con ombrelloni, sdraio e lettini.
Santa Caterina: raggiungibile a piedi in 40 minuti con una piacevole passeggiata sul lungomare.
Torre Sant’Isidoro: raggiungibile in auto in 15 minuti. Larga spiaggia attrezzata ai piedi di una torre di avvistamento di epoca cinquecentesca. Possibilità di pranzare o cenare a base di pesce.
Torre Lapillo: raggiungibile in auto in 20 minuti. Meravigliosa spiaggia di sabbia bianca lunga diversi chilometri. Possibilità di scelta tra spiaggia libera ed attrezzata.
Lo Scoglio
Porto Selvaggio: raggiungibile a piedi in 30 minuti o in auto in 15 minuti. All’interno di un parco naturale protetto, lasciata l’auto nel parcheggio attrezzato, potrete raggiungere il mare dopo una piacevole camminata di 15 minuti in una pineta secolare, tra i profumi della vegetazione mediterranea. La natura è incontaminata, non esistendo costruzioni nei dintorni e potrete ammirare diverse specie arboree, come pini d’Aleppo, acace ginepri, timo, salvia, mirto I fondali del mare, in corrispondenza del parco, sono meta di moltissimi amanti delle gite subacquee, grazie alle meravigliose specie di flora e fauna marina che lo popolano. L’accesso al Parco è possibile attraverso due modalità: parcheggiando l’auto a Santa Caterina, sotto la Torre dell’Alto, salite le scale e vi troverete nel parco e potrete scendere fino alla spiaggia di ciottoli. Da Santa Caterina proseguite con l’auto in direzione Sant’Isidoro e dopo poco, prima della discoteca Casablanca, parcheggiate l’auto e addentrandovi a piedi nel sentiero dapprima in pianura, poi in discesa. Non essendoci strutture ricettive, è consigliabile portarsi acqua potabile ed eventualmente il pranzo. Consigliabili calzature adatte.
Palude del Capitano: raggiungibile in auto in 15 minuti. Da Petre e Sule, raggiungere Porto Selvaggio e proseguire lungo la litoranea. Passata Torre Uluzzo, proseguire altri 1,5 chilometri. Sulla sinistra c’è un parcheggio con il sentiero che conduce al mare.
Patrimonio storico e artistico
Oltre al mare pulito ed incontaminato, alle spiagge di sabbia bianca o agli scorci di mare selvaggio, oltre alla natura incontaminata, il Salento è anche terra di cultura ed arte.
Nardò
La città di Nardò, seconda solo a Lecce per estensione, fu un antico centro messapico e municipio romano e possiede numerose tracce preistoriche. Nardò è la culla del barocco definito “jonico neretino”, ostentato nei palazzi e nelle chiese. Una leggenda vuole che la Città sia stata edificata là dove un toro raspando il terreno con lo zoccolo fece zampillare acqua. Si richiama così l’etimologia del nome (dall’illirico NAR) che vuol dire appunto acqua. Infatti, lo stemma araldico della Città rappresenta un toro, sulla pianura erbosa, con la zampa anteriore destra sollevata su uno zampillo d’acqua. L’itinerario comincia dal Tempio dell’Osanna, in gergo Lu Sannà, tempietto creato intorno ad un obelisco a ridosso di una delle quattro porte d’ingresso alla città, (Porta San Paolo). La forma insolita è attribuita all’imitazione di qualche oggetto liturgico del rito orientale. Il tempietto viene utilizzato, nella Domenica delle Palme, dal Vescovo della città per il rito della benedizione delle palme. Entrando da Porta San Paolo si è subito alla Chiesa di S. Antonio da Padova (xv secolo) sorta sui resti di una sinagoga. La Chiesa ha un aspetto semplice, soffitto a cassettoni in noce e la statua lignea di Sant’Antonio, risalente al 1514, il Crocifisso e le due statue di S. Giovanni e della Madonna di scuola veneziana del 1600. Nella Sacrestia alle spalle dell’altare maggiore si può ammirare il Cenotafio degli Acquaviva (in pietra leccese) eretto nel 1545 in memoria di Belisario I e di Giovan Bernardino. Imboccando corso Vittorio Emanuele e dopo pochi metri si giunge alla Chiesa della B. Vergine del Carmine; caratteristica la porta d’ingresso, con ai lati due leoni inferociti che proteggono l’edificio. Al suo interno l’architettura dominante è il barocco del settecento cui fa riferimento anche il coro in legno che è collocato dietro l’altare centrale. Risalendo per corso Vittorio Emanuele si trova sulla sinistra il Teatro Comunale costruito nel 1893 dall’inegnere Quintino Tarantino sul modello del napoletano Teatro S. Carlo, con due ordini di palchi più il loggione dotato della particolare caratteristica di avere il piano del palcoscenico e quello della platea che potevano allinearsi grazie ad un complesso sistema di carrucole; Il teatro, relativamente piccolo, si è meritato l’appellativo di bomboniera. Riprendendo corso Vittorio Emanuele si è subito in Piazza Salandra considerata in passato fulcro della vita cittadina; a sinistra il vecchio Palazzo Municipale, costruito nel 1612. Il Palazzo ha il prospetto diviso in due livelli: inferiormente un alto porticato ad archi stretti, sorretti da sei colonne, eleva il piano superiore su cui si aprono finestre festonate da decorazioni ed una loggia centrale, mentre sul lato sinistro del Palazzo vi è la Torre dell’Orologio risalente al 1598. Separata da una strada, sul lato della chiesa di San Domenico vi è la Fontana del Toro, simbolo ed emblema della città, risalente alla fine degli anni Trenta che celebra la leggenda della fondazione della città. Completano il perimetro della piazza la Chiesa di S. Trifone e il Sedile, già sede della Magistratura della Città con funzione di Arengo, poi ospitante la guardia borbonica e quindi quella nazionale; l’edificio risale al 500 con l’aggiunta di elementi settecenteschi ed è sormontato da tre statue: quella centrale di San Gregorio Armeno l’Illuminatore, patrono della città, e quelle laterali dei due comprotettori S. Antonio da Padova e S. Michele Arcangelo. Ma a dominare la piazza è soprattutto la Guglia dell’Immacolata, dai neritini detta la Colonna, innalzata nel 1769 per ringraziare dello scampato pericolo del terremoto del 1743. Costruita in puro stile barocco a pianta ottagonale e alta 19 metri, in carparo, con cinque suddivisioni verticali, porta alla sommità la statua della Madonna Immacolata, cui fanno ornamento negli ordini inferiori le quattro statue di S. Giuseppe, S. Domenico, Sant’Anna, S. Giovanni Battista. Da non perdere anche il Castello degli Acquaviva (con tutte le vicende legate a Gian Girolamo Acquaviva detto il Guercio di Puglia), la chiesa di San Domenico con la sua particolare facciata barocca, la Cattedrale (o Duomo, conosciuto anche come Chiesa di Santa Maria del Nerito) e il palazzo vescovile col seminario.
Gallipoli
A soli 10 chilometri da Petre e Sule, La città di Gallipoli (Kalè polis, in greco “Bella città”) posta lungo la costa occidentale della penisola salentina, si affaccia sul mar Jonio. Presenta una stratificazione storico-artistica che la rendono una tra le più belle e particolari città del Salento e del sud Italia. Rinomata meta turistica è famosa per il suo bellissimo mare, per le sue spiagge, per i panorami mozzafiato, per gli scorci del centro storico, per la gastronomia con piatti tipici a base di pesce. Il suo centro urbano è diviso in due parti: il borgo nuovo e il centro storico. Il primo è la parte più recente della città costruita a partire dal 1858, su una penisola che si protende sul mare, mentre il secondo si trova su un’isola di origine calcarea collegata alla terraferma mediante un ponte edificato in età seicentesca. Il nostro percorso ha inizio dalla piazza intitolata alla memoria di Aldo Moro, comunemente nota anche come Piazza Canneto. Questa piazzetta racchiude nel suo modesto spazio alcuni tra i più importanti monumenti della città: la Fontana Greca, considerata la fontana più antica d’Italia, la cappella di S.Cristina, la chiesa di S.Maria del Canneto, il Rivellino e il Castello; inoltre in questo luogo sorgeva la colonna romana che segnava la fine della via Traiana che oggi non è più visibile. Questa piazzetta si affaccia su uno specchio di mare chiamato Seno del Canneto, che anticamente era paludoso e quindi pieno di canne e giunchi; pare che qui i pescatori gallipolini riparassero le loro reti. Da qui percorriamo il ponte seicentesco per entrare nel centro storico. Arrivati alla fine del ponte immaginiamo idealmente di varcare la grande e monumentale Porta Terra, l’antica porta d’ingresso alla città, che venne abbattuta intorno al 1881 in seguito all’edificazione del Mercato Coperto, che venne costruito abbattendo uno dei bastioni del Castello. Da Piazzetta Imbriani proseguiamo imboccando via Antonietta De Pace, l’asse viario principale del centro storico, intitolato ad una delle figure più importanti della storia gallipolina. Imboccando via Antonietta De Pace comincia il nostro percorso all’interno dell’antico abitato di Gallipoli che costituisce un raro esempio urbanistico di città-isola racchiusa da alte mura e bastioni e caratterizzata da un intricata rete di vicoli a tela di ragno (quasi tutte le strade portano sulle riviere). Il centro storico è un piccolo scrigno colmo di bellezze artistiche: circa una trentina sono le chiese, numerosi i monasteri e i palazzi nobiliari. Proseguendo su questa stradina incontriamo sulla destra una graziosa piazzetta e continuando a camminare sulla sinistra incontriamo il Museo Diocesano, mentre un po’ più in su sulla destra il bellissimo Palazzo Balsamo, caratterizzato da un imponente portale d’ingresso in stile catalano-durazzesco e dal particolare prospetto costituito da numerose finestre; all’interno il palazzo racchiude un ampio salone delle feste tutto affrescato risalente al ‘500. Poco più avanti affacciato sulla piazzetta adiacente alla cattedrale incontriamo la torre dell’orologio e subito dopo davanti ai nostri occhi va in scena il fantastico spettacolo della Cattedrale di Sant’Agata. La cattedrale si trova sul punto più alto del centro storico e sicuramente anche nell’antichità questo era un luogo sacro, la struttura infatti venne eretta, intorno al 1630, su un’antica chiesa romanica (consacrata a San Giovanni Crisostomo) ed è caratterizzata dalla sua splendida facciata barocca che sembra quasi soffocata dagli edifici circostanti. Per osservarla bene nella sua magnificenza bisogna rimanere per un po’ con lo sguardo verso il cielo. La pietra dorata scolpita in mille forme e decori, sembra quasi animarsi e prendere vita e movimento davanti ai nostri occhi. All’interno la cattedrale ha pianta a croce latina a 3 navate separate da un colonnato in carparo e ospita pregevoli altari barocchi e numerose tele del ‘600 e del ‘700 opera di numerosi artisti napoletani e salentini che fanno della chiesa una vera e propria pinacoteca. Di fronte alla cattedrale possiamo poi osservare Palazzo Pirelli che ha due accessi uno, quello principale decorato con un portale catalano-durazzesco e il secondo in via De Pace che nell’800 venne trasformato in farmacia. Dalla zona della cattedrale, ora, ci spostiamo in via Garibaldi dove incontriamo il grazioso Teatro Garibaldi, il teatro di Palazzo Balsamo. La facciata è in stile neoclassico mentre l’interno ha pianta a staffa di cavallo e due ordini di palchi; da qui raggiungiamo via Monacelle e ci fermiamo ad ammirare la facciata di Palazzo Romito oggi Senape. La facciata del palazzo è riccamente ornata, il portale si presenta imponente ed è affiancato da colonne sulle quali posano due mezzi busti, il balcone e le finestre sembrano quasi un ricamo e rivelano la ricchezza della famiglia che lo fece costruire. Questo è uno degli angoli più belli e suggestivi della città vecchia: la maestosità dei decori di palazzo Senape e le stradine che qui si incontrano e ripartono per nuovi luoghi creano uno scenario particolare. Da via Monacelle continuiamo su via Giovanni Presta e usciamo sulla Riviera Nazzario Sauro. Qui ci troviamo davanti ad un nuovo spettacolo creato dalla natura e dall’uomo: di fronte il mare col suo orizzonte sconfinato, arginato dalla piccola baia formata dalla spiaggetta della Purità, a poca distanza lo scoglio del “Campo” e in lontananza l’Isola di Sant’Andrea con il suo faro edificato intorno al 1865-66 alto circa 45 metri sul livello del mare. Questo costituisce uno dei paesaggi più belli del Salento, imperdibile deve essere l’ora del tramonto, quando il disco infuocato del sole lentamente e languidamente sembra sprofondare in mare alle spalle del faro disegnandone il contorno nero in contrasto con i colori forti e violenti del cielo. Qui possiamo ammirare anche la grandiosa cinta muraria della città costituita da torri e bastioni, edificata a partire dal XIV e modificata nel corso dei secoli. A pochi passi da qui possiamo visitare un altro gioiello: la chiesetta di Santa Maria della Purità, sede della confraternita dei facchini o scaricatori di porto che è caratterizzata dalla sua semplice facciata bianca impreziosita da tre pannelli in maiolica. Al centro è raffigurata la Madonna della Purità a destra San Francesco d’Assisi e a sinistra San Giuseppe. L’interno della chiesetta è un’autentica opera d’arte, interamente ricoperto di tele e dipinti, marmi, intagli e impreziosito dal magnifico pavimento in maiolica.